Scuola, università e ricerca: la vocazione meritocratica e privatizzatrice del ministro Giannini

 
Al ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca è andata Stefania Giannini (Scelta Civica). Nata a Lucca il 18 novembre 1960, è professore ordinario di linguistica all’università per stranieri di Perugia, della quale, dal 2004 al gennaio 2013, è stata Rettore. Dal 2005 al 2009 è rappresentante per l’Italia nel Comitato di Selezione del programma Erasmus Mundus presso la Commissione Europea. Successivamente entra a far parte del Tavolo Interministeriale per la cooperazione allo sviluppo presso la Direzione Generale Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli Affari Esteri e diventa membro del Comitato di orientamento strategico per le relazioni scientifiche e culturali fra Italia e Francia. Dal 2005 al 2011 è stata anche Responsabile delle Relazioni Internazionali della Conferenza dei Rettori delle Università Italiane e, fervente cattolica, è vicepresidente del Consiglio di Amministrazione della Fondazione Perugi-Assisi. Dal 2006 è membro del Comitato di presidenza della Conferenza dei rettori delle università italiane. Nel 2010 diventa presidente della Società Italia di Glottologia.
Quando nel 2013 è candidata in Toscana nella lista “Con Monti per l’Italia” alle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio per il Senato della Repubblica, l'arrivista Giannini ha già un lunga carriera da occupatrice di poltrone pubbliche, esclusivamente finalizzata all’espansione e consolidamento del proprio potere personale. Così il 16 novembre dello stesso anno non rifiuta neanche l'incarico di nuovo segretario e coordinatore politico del partito.
In parlamento è membro della 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali), membro della Commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, Presidente della Delegazione parlamentare italiana presso l’Assemblea parlamentare dell’Iniziativa Centro Europea, Membro del Comitato per le questioni degli italiani all’estero.
Nella veste di parlamentare ha presentato 4 proposte di legge come prima firmataria e ne ha sottoscritte altre 29.
Una in particolare, il DDL 933 “Norme per una nuova governance delle istituzioni scolastiche autonome” di cui è prima firmataria, rivela la sua concezione antipopolare, classista e meritocratica dell’istruzione e dell'intera organizzazione scolastica. Tale legge, nell'introduzione afferma la “necessità” di “presentare di nuovo, sia pure con alcune modifiche, l’atto del Senato n. 3542, nato dall’iniziativa parlamentare della deputata Valentina Aprea come atto della Camera n. 953”, il cui iter di esame al Senato si era interrotto presso la VII Commissione permanente per lo scioglimento anticipato delle camere.
Un progetto controriformatore, quello della Giannini, che subordina tutte le istituzioni scolastiche italiane alla valutazione diretta degli INVALSI, attraverso un nucleo operativo di “autovalutazione dell’efficienza, dell’efficacia e della qualità complessive” del servizio scolastico e dei lavoratori, composto dal dirigente e dai suoi fedelissimi. L'attacco agli organi collegiali della scuola è micidiale. Infatti, secondo la Giannini, essi, che si rifanno alle disposizioni dei decreti delegati degli anni Settanta, andrebbero adeguati alle modifiche costituzionali e alle “innovazioni” in materia sia amministrativa che didattica.
Dalle interviste del neo ministro, dichiaratasi contraria agli scatti di anzianità, si può ampiamente supporre che ella tenterà di legare gli eventuali aumenti di stipendio ad una valutazione dei dirigenti e dei loro lacché. Mostruose peraltro le sue affermazioni sulla necessità della chiamata diretta che consentirebbe ai dirigenti scolastici di scegliere gli insegnanti e il personale ATA che desidera.
Anche per l'Università la linea appare chiara: meritocrazia, competizione tra gli Atenei, finanziamenti privati e pubblici legati “premialità”.
La Giannini è dunque la persona “giusta” al “posto giusto”, colei che può garantire alla borghesia reazionaria italiana il completamento del progetto privatistico, classista, selettivo e meritocratico della scuola tanto caro ad Aprea, Gelli e Gentile.
 

12 marzo 2014